
Il Dipartimento di Recovery Systems si occupa dell’intera progettazione e realizzazione del sistema di rientro. Questo compito è fondamentale per la missione, in quanto il 95% del tempo di volo del razzo è costituito dalla fase di discesa.
Il nostro scopo principale è di recuperare Rocksanne minimizzando ogni danno e garantire un atterraggio sicuro sia per il mezzo che per il personale a terra.
Grazie ad un approccio marcatamente ingegneristico, i membri del dipartimento sviluppano ogni sottosistema necessario a questo compito tenendo conto dei requisiti derivanti dal progetto. Queste richieste possono essere le più svariate, da accelerazioni massime tollerabili dall’elettronica a bordo a quanto spazio è disponibile in fusoliera.
Per lo studio progettuale della vela si eseguono inizialmente ricerche approfondite a livello teorico che vengono poi applicate al caso pratico unendole alle conoscenze in nostro possesso. Dati quali performance del sistema di rientro a regime e in fase di apertura vengono stimate tramite l’uso di software sviluppati dai membri di recovery.
I sottosistemi meccanici si occupano di aprire, rilasciare ed eventualmente controllare il paracadute esattamente come previsto dalla missione prefissata. Alcuni esempi sono i sistemi a gas freddi per l’espulsione di R1X, il cutter termico di R2A e il sistema di controllo dell’ala di rogallo di R2H.
La successiva realizzazione della vela e dei sottosistemi, in tutte le loro parti, viene effettuata dai membri del nostro dipartimento negli spazi a noi dedicati. Tutte le previsioni teoriche devono, inevitabilmente per via della limitata modellizzabilità dei paracadute, essere validate tramite test pratici, il quale esito negativo potrebbe portare ad una revisione più o meno approfondita dell’intero sistema.
Ne consegue che il dipartimento di Recovery Systems sia quello con il maggior numero di test pratici all’attivo; nell’immagine a fianco sono presentati degli scatti del test del sistema di recupero di R1X svolto tramite lo sgancio da un pallone ad elio. Un test analogo è stato svolto per il sistema di R2A tramite lancio da elicottero.
La sfida maggiore per il dipartimento al momento è il controllo della fase di rientro mediante l’ausilio di un paracadute direzionale controllato da un sistema automatico.
Lo scopo è di far atterrare il vettore il più possibile vicino al sito di lancio, questo richiede un’approfondita conoscenza dell’aerodinamica dell’ala di Rogallo (il paracadute manovrabile considerato) e una non indifferente dimestichezza nello sviluppo dei cinematismi necessari per governarlo.
Grande impegno è devoto anche alla scrittura delle leggi di controllo, alle quali una squadra trasversale composta da membri di Recovery e Aerodynamics and Flight Dynamics sta lavorando.
Le competenze richieste, considerata la natura ingegneristica e alle volte “creativa” dei compiti da svolgere, sono molto trasversali:
Deployment:
– conoscenza più o meno approfondita dei principi di funzionamento di servi, attuatori e valvole per il sistema di espulsione e controllo;
– dimestichezza nell’uso dei metodi di dimensionamento preliminare di elementi strutturali come giunzioni e barre filettate;
– conoscenza del software Solidworks™;
– conoscenza del comportamento di sistemi di accumulo di energia quali elementi in pressione (bombolette di CO2) e elementi in compressione (molle) a seguito di rilascio del contenuto energetico.
Paracadute:
– dimestichezza nell’uso dei metodi di dimensionamento preliminare di elementi strutturali come giunzioni e barre filettate;
– conoscenza (e preferibilmente padronanza) dei metodi costruttivi più utilizzati nell’industria tessile per la costruzione dei paracadute;
– conoscenza delle tecniche sperimentali per lo studio del comportamento in seguito a sollecitazioni e sforzi di elementi non resistenti a compressione;
– conoscenza del comportamento basilare di velivoli ad ala portante per lo studio dei paracadute manovrabili.
A prescindere dal campo di lavoro (deployment o paracadute) è obbligatoria la conoscenza del software Mathworks Matlab™ utile e spesso indispensabile per lo studio preliminare dei nostri sistemi.
Se non possiedi queste conoscenze non ti preoccupare, ciò che più serve allo skywarder è voglia di fare e di mettersi in gioco. Questa caratteristica basta a compensare ogni carenza dal lato tecnico. Ti aspettiamo ai colloqui!